The Tag Along: un horror che ti fa passare la voglia di mangiare taiwanese

Gli stereotipi gastronomici fanno male anche a te che sei italiano

11/10/2024 | Claudio_VL | 0 commenti

The Tag Along è un film horror taiwanese del 2015 che illustra bene i rischi derivanti dall’imparare a conoscere la cucina di un Paese da un prodotto di fiction, come un film o un fumetto.





Ad un certo punto del film, uno dei protagonisti mangia cose orribili (vermi, scarabei e vari insetti vivi, oltre a qualcosa che pare torba o escrementi), e chi non conosce Taiwan potrebbe considerare tutto ciò una realistica rappresentazione delle abitudini alimentari taiwanesi. Non lo è, e se pensate “ma a me che mi frega, tanto parlano della cucina taiwanese“, siete sulla strada sbagliata

Visito Taiwan esattamente da vent’anni, e ci andrò di nuovo tra poche settimane. Tra tutti i cibi che mi sono stati offerti in questi vent’anni dai miei conoscenti taiwanesi, nei ristoranti che ho visitato con loro, nei mercati di strada dei posti più isolati, comprese le aree montane delle 16 tribù aborigene taiwanesi, non mi sono mai stati offerti insetti, torba o peggio. L’unica cosa che mi stata proposta che avesse un nome esotico è il “Lobster Blood”, sangue d’aragosta, che è tutt’altro: si tratta di una bevanda molto alcolica che non ha niente a che vedere con le aragoste, un po’ come il filu 'e ferrusardo, un’acquavite nella quale non ci sono né filo, né ferro, né fil di ferro.

Quello della fiction che falsa le abitudini gastronomiche di un Paese è un problema che riguarda molto più l’Italia che Taiwan, per via della popolarità del nostro Paese all’estero. Nonostante sia così popolare, se provate a chiedere ad uno straniero (in Europa e nel resto del mondo) che non ha mai visitato l’Italia quali siano alcuni piatti italiani, probabilmente farà fatica a nominare qualcosa di più di pasta e pizza. E quali paste? Difficile che l’interlocutore abbia conoscenza degli agnolotti, dei panzerotti, magari anche solo dei fusilli: “mac and cheese” viene considerato un tipico piatto italiano, così come gli spaghetti con le polpette.

Possiamo solo sperare che un film di grande successo, magari una trilogia celebre quanto quella del Padrino, mostri i protagonisti italiani che mangiano arrosticini, pizzoccheri e bagna cauda, in modo da contribuire a smontare lo stereotipo dell’italiano che mangia pasta a colazione, pranzo e cena, e pizza nei giorni dispari.


Argomenti: cinema, Mangiare e bere a Taiwan, stereotipi

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