La cucina va in pensione

18/01/2006 | Di claudioTest | Commenti: 0

Probabilmente è solo una questione di statistiche, ma in questi giorni si discute sulla riforma delle pensioni e giacche' proprio le statistiche dimostrano che la vita media si è allungata e che nascono sempre meno bambini, i nostri governanti hanno pensato di aumentare il periodo lavorativo per poter andare in pensione. Se parliamo di statistiche, allora si può affermare che i Cuochi hanno un'attività con un numero di ore lavorative che è certamente superiore alle media delle altre categorie. Basti pensare che noi cuochi le 35 ore settimanali in alcuni periodi dell'anno (stagioni, banchetti, periodo dei matrimoni) le facciamo anche in soli due giorni! Questo per dire che quando un cuoco raggiunge i quarant'anni di eta' ha certamente fatto lo stesso numero di ore di lavoro che altri lavoratori hanno fatto a regime normale. Per questo motivo bisognerebbe alzare la nostra voce e rivendicare qualche diritto. Qualcuno forse si ricorda di aver visto uno sciopero o una manifestazione per la difesa dei nostri diritti sindacali? Ebbene, ciò non è mai accaduto. Tutte le categorie, dalle tute blu ai camici bianchi, dai commercianti ai coltivatori, dagli alunni ai magistrati, utilizzano come forma di contestazione lo sciopero, mentre noi cuochi per il solo fatto che
nella realta' siamo cosi' uniti e non abbiamo un vero sindacato della categoria, restiamo impassibili anche alle decisioni importanti come quella sul diritto ad andare in pensione. Ora senza voler assolutamente cambiare lo status della Federcuochi, che deve necessariamente essere apolitica, questo non c'impedisce di essere elettori e soprattutto dei lavoratori che devono avere le stesse garanzie e tutele sindacali degli altri. Al tavolo del rinnovo del nostro Contratto di lavoro c'erano tutti, una sfilata gigantesca di tutte le rappresentanze, ma mancavano proprio i
Cuochi, che non volendo affrontare le problematiche si trovano oggi a subire decisioni che possono veramente rendere difficile la serenità dell'andare in pensione.
Dobbiamo renderci conto che i Cuochi che hanno superato i quarant'anni rischiano di non trovare più lavoro e devono forzatamente diventare lavoratori stagionali e che per queste situazioni di lavoro discontinuo sarà veramente difficile arrivare, dal primo gennaio del 2008, a raggiungere il versamento dei 35 anni lavorativi. Una volta c'erano le marchette per la pensione, mentre quelli della mia generazione erano sfruttati e gli hanno portato via anche quelle; i lavoratori stagionali cercavano di avere l'ingaggio per almeno sei mesi e ricorrevano alla disoccupazione per avere i contributi della pensione, ma ora che i lavoratori stagionali sono assunti solo quando gli alberghi hanno i clienti in casa, perche' non vogliono correre nessun rischio, possiamo affermare che ci hanno tolto anche questa possibilita'. Quindi, per andare in pensione dal primo gennaio del 2008 saremo costretti a scrivere a Sogni di Raffaella Carra'.


Argomenti: chef, lavoro, leggi e regole

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