Addio comanda, ma ci sono soluzioni migliori

10/08/2011 | Di Claudio_VL | Commenti: 0

Tre giorni fa, il Corriere ha annunciato con fanfare e rullo di tamburi la "fine della comanda", attribuendo allo chef Gordon Ramsey l'introduzione dell'iPad per le ordinazioni. L'articolo del Corriere continua fornendo pubblicita' gratuita ad alcune aziende italiane - e alla Apple, of course - che hanno scelto l'iPad per la gestione delle "comande".

La nostra opinione? L'iPad - e i tablet computer in generale - non e' la soluzione migliore. Confrontiamolo con questa soluzione vista in un ristorante a Singapore piu' di un anno fa:

Comande tramite computer a Singapore

1) L'iPad e' portatile e percio' rubabile, ed e' facile da dimenticare in giro. Il computer installato in ciascun tavolo in questo ristorante a Singapore no.

2) Ristoranti. Vino. Condimenti. Sia in cucina che ai tavoli, c'e' il rischio di imbrattare - e danneggiare - un iPad con vino, acqua, olii, cibo e condimenti di ogni tipo. Rischio ridotto di parecchio coi computer come quello visibile nella foto.

3) L'iPad costa un capitale. Il computer visto in questo ristorante singaporiano no.

3) Quanti iPad vanno acquistati, per implementare le soluzioni prospettate dall'articolo del Corriere? Se si tratta di un numero inferiore al numero dei tavoli del ristorante, i camerieri dovranno portare da un tavolo all'altro gli iPad a disposizione. Non solo: i camerieri dovranno attendere che un cliente completi la propria ordinazione, prima di portare il tablet ad un altro cliente. Il vantaggio rispetto al prendere le ordinazioni alla vecchia maniera e' minimo. Al contrario, un computer "fisso" in ogni tavolo permette a ciascun cliente (o tavolata) di effettuare le proprie ordinazioni indipendentemente da quel che stanno facendo gli altri clienti o i camerieri. Niente tempi morti. Niente camerieri ridotti a passacarte (o meglio, passa-iPod).

5) L'articolo del Corriere parla di "fruizione condivisa su Facebook". Vorremmo ricordare ad Ambra Craighero, autrice dell'articolo, che al momento Facebook non permette ancora di condividere il cibo che ci viene servito al ristorante.

6) Far sapere ai propri amici in tempo reale che cosa stiamo per mangiare pare un ulteriore caso di "rumore di fondo digitale", informazione superflua che distrae e distoglie la nostra attenzione da cose piu' degne.

In conclusione, l'idea di usare un tablet computer, cosi' come proposta nell'articolo del Corriere, e' ben poco all'avanguardia, e pare invece una semplice trovata pubblicitaria per attirare clienti.


Argomenti: camerieri, castronerie, informatica, ristoranti

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